come disse la Gazzetta... E' FATTA!

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Oh, giusto cielo. Ce l'ho fatta. A far cosa? A fare quello che molti miei sfortunati amici conoscono (poichè sono tre anni che li tedio) come il famigerato Esame di Fotografia. Ripercorriamo insieme quest'odissea giunta finalmente al termine, con esiti lieti:

== PRIMO ANNO
= Settembre 2004
Inizia la mia avventura universitaria, e uno dei primi insegnamenti da seguire è il misterioso esame di Teoria e tecnica dei linguaggi fotografici, per gli amici Fotografia, o TTF. Sembra molto interessante, è il primo insegnamento di questo tipo che seguo, cioè incentrato sulla comunicazione. Già alla prima lezione vengo a sapere che l'esame finale consterà di un "progetto" fotografico. Ma non me ne curo, siamo ancora agli inizi.

= Dicembre 2004
Piano piano mi rendo conto che i tempi per la realizzazione di questo progetto non sono così lunghi come credevo. L'esame c'è a Febbraio, e il progetto va realizzato passo passo con la revisione del professore. Panico.

= Febbraio 2005
Passano i giorni, passano le settimane, passa il mese, e il progetto io non lo inizio. Non ho la minima idea di cosa fare, buio più totale. Penso a qualcosa di non banale da fotografare, ma l'unico progetto che mi viene in mente è: Catalogo di alberi.
Qualche giorno dopo viene fuori una variante: Catalogo di alberi a ogni ora del giorno.
Il disgusto e la nausea si impossessano di me.
Il giorno dell'esame scritto, una settimana prima dell'orale/discussione del progetto, pateticamente chiedo al prof se posso realizzarlo entro quella settimana. Strano che non mi abbia riso in faccia, ma mi ha cortesemente invitato a presentare il mio progetto nella successiva sessione d'esame: Settembre 2005. (Eh sì, nel mio corso di laurea non sono previsti appelli se non quello estivo di settembre -_-)

= Luglio 2005
Per tutto l'anno non ho più minimamente pensato al progetto di fotografia, tant'è vero che per questa sessione d'esame (luglio), avevo 5 esami contemporaneamente, e li ho fatti tutti, tre dei quali sugellati ciascuno da uno scintillante 30 e lode, i primi della mia carriera. Ma si affaccia l'estate, e lo spettro di quel settembre 2005 in cui io dovrei presentare il mio progetto fotografico. Idee? Nessuna.

== SECONDO ANNO
= Settembre 2005
All'esame di fotografia non mi presento. La settimana dopo ricominciano le lezioni, fra cui quelle di fotografia che per fortuna non sono obbligato a seguire nuovamente (io ho la frequenza obbligatoria per tutti i corsi, ma se ho già frequentato l'anno precedente, pur senza dare l'esame, per il successivo sono esonerato). Però sono obbligato a fare i test in itinere (due) che si terranno da qui fino all'esame, febbraio 2005. Fare questi test in itinere, con l'aggravante che li ho già fatti l'anno precedente e quindi so cosa mi aspetta, è una tortura inumana. Fralaltro brucia anche l'idea che questa sia una "bocciatura" dato che nei giorni dei test, mi presento e sono in mezzo a una folla di matricole dai volti sconosciuti, fra i quali mi ergo come una cocuzza.

= Febbraio 2006
Idee per il progetto: nisba. nada. niente. Faccio il mio solito esame scritto, per la seconda volta, ma all'orale, senza progetto, non mi presento. Prossima opportunità: settembre 2006.

== TERZO ANNO
= Settembre 2006
Nel corso del mio secondo anno, rallento un po' il mio ritmo. Durante il primo anno ho fatto TUTTI gli esami (tranne fotografia). Durante il secondo invece mi sono smarrito sul mio cammino diverse volte. A settembre c'è l'appello in cui recuperare. Questi esami e quello di fotografia.
Idee per il progetto: nisba. nada. niente. E dei molti (quattro) esami del secondo anno che dovevo recuperare, ne faccio solo uno (che grazie al cielo va molto bene). Gli altri esami sono altri tipi di progetto, per i quali tuttora la mia mente non riesce a generare altro che una indefinita coltre di tenebre miste a vuoto. Ma la differenza fra questi progetti e quello di fotografia è fondamentale. Dovete sapere infatti che nel mio corso di laurea vige questa regoletta: "Per poter sostenere un esame del terzo anno (perchè dovete sapere che gli esami non possiamo farli quando vogliamo, ma sono predefiniti) bisogna aver superato TUTTI quelli del primo anno". Ora... è iniziato il terzo anno, mi preparo ad affrontare i relativi esami ma... l'esame di fotografia non l'ho ancora dato. Sono in quella che nei salotti aristocratici della Roma-bene chiamano MERDA DENSA E FETIDA (MDF).

= Novembre 2006
Ho seguito i primi due corsi del terzo anno, dovrei darne gli esami, ma non posso farlo, per via della regoletta suddetta. Nel frattempo, sono obbligato a fare, per la terza volta, i test in itinere del corso di Fotografia.
Idee per il progetto: nada. nisba. nien... un attimo: un'idea ce l'ho! E' scemotta e banale ma stica... CE L'HO. Ora mancano le foto.

= Febbraio 2007
Oggi. Il progetto l'ho realizzato, consegnato una settimana fa, e oggi s'è tenuto il colloquio orale al quale per 3 anni e 4 occasioni ero sfuggito. Sono seduto davanti ai prof in attesa che arrivi il mio turno (ho anche avuto il culo, che in queste situazioni spesso mi manca, di segnarmi fra i primi della lista, e fare l'esame prima di pranzo). Più il mio turno si avvicina, più il mio cuore batte e l'infarto sembra imminente. Tremo dovunque, torturo DUE penne appena comprate (ho la fobia che si consumino proprio nel momento del bisogno (cosa che m'è successa spesso), così le ricompro ogni volta che ho un'esame... oddio, qualcuno mi aiuti...), martello il banco con le dita fino a suscitare l'irritazione più omicida nei miei colleghi che mi sono vicini, sudo, sento freddo, non voglio togliermi il giaccone, ho le dita gelate e me le sfrego l'una sull'altra sperando che valgano anche come preghiera. Poi il prof fa il mio nome. E' l'ora. Tempo 6 minuti, ed è tutto finito. I proffi si consultano per qualche secondo per decidere la mia sorte, e infine emettono la sentenza:
"Il progetto è molto buono, ma il risultato dell'esame scritto è deludente. Non possiamo metterti più di 18".
LA MIA GIOIA E' INCONTENIBILE, URLO A DESTRA E A MANC... no, sono serio e tranquillo come sempre, ma dentro di me l'incubo ha finalmente fine, e può lasciare spazio a ben altri incubi, che erano in fila dietro di lui e hanno pure una certa fretta...
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